Itinerario giro valle di Fobello
Itinerario MTB a Fobello, fra gli antichi villaggi e le ville signorili della Conca di Smeraldo. Alla scoperta della Val Mastallone, valle laterale della Valsesia, che deve il suo nome al torrente omonimo che sfocia nel Sesia.

L’itinerario parte da Fobello, uno dei comuni più belli di quest’area immersa nella natura incontaminata, e si sviluppa alla scoperta delle sue incantevoli e numerose frazioni, piccoli borghi, abbarbicati fra pendii e conche, ricoperte da faggete, boschi di conifere, prati e pascoli a cui si deve l’appellativo “Conca di Smeraldo”.
Attirati dai verdi pascoli, i pastori del Canton Vallese della vicina Svizzera si trasferirono fin dal 1200 dando vita a una importante comunità Walser, che ancora oggi connota tradizioni e cultura locale.
Eletti dalle famiglie piemontesi e milanesi del 1800 come luoghi di villeggiatura prediletti, Fobello e le sue frazioni conobbero nel secolo scorso un turismo d’élite che trasformò il borgo in un rinomato centro di villeggiatura, con stupende dimore signorili come villa Musy, villa Lanza, villa Lancia alla Motta, voluta da Giuseppe Lancia, padre di Vincenzo Lancia, divenuto celebre per aver dato vita all’omonima prestigiosa casa automobilistica.
Partiamo nella piazzetta di Fobello (873 mt) fra la chiesa e la casa comunale sul cui fronte dove possiamo ammirare lo stemma comunale: un faggio con il motto «Eccoti il faggio che Fobel Denomina» (‘fó’ in dialetto significa ‘faggio’, “faggio bello”, appunto). Ci muoviamo lungo la strada provinciale, sempre poco frequentata, addentrandoci nella valle lungo il corso del Mastallone e le sue acque pescosissime di trote. Pedaliamo per poco più di un chilometro fino a vedere spuntare, proprio sotto la strada, il piccolo campanile rosso della chiesa della frazione di Boco Inferiore (1007 mt).
Superata la sua manciata di case dai tetti in beole e i giardini fioriti, arriviamo a un bivio e saliamo verso destra seguendo le indicazioni per Riva. Incontriamo sempre meno auto mentre sulla destra possiamo ammirare la frazione di Roy immersa fra i verdi boschi. Superiamo presto Piana di Campelli. Dopo un tornante la strada si fa sempre più piccola fra i prati. Un secondo tornante e la strada sale ancora fino ad arrivare alla frazione di Belvedere (1250 mt).
Ci abbeveriamo alla fontana proprio sopra il parcheggio all’ingresso dl borgo e spingendo a mano le biciclette ci addentriamo fra le poche case, separate da antichi camminamenti in pietra.
Ammirato il magnifico panorama che dà il nome alla frazione, giriamo la bicicletta e ci godiamo la discesa fino a tornare a valle e imboccare la destra sulla strada che sale dolce fino a raggiungere la frazione di Piana. Realizzata nel 1939 la carrozzabile fu dono di Adele Miglietti, vedova del commendatore Vincenzo Lancia, in memoria del marito.
Subito dopo l’ingresso del paese troviamo la piccola chiesa della Natività di Maria Vergine e di San Grato. Poco più avanti, superato il ponte, la piccola strada si interrompe ben presto nell’abitato di Santa Maria. Tornati in discesa verso il fondovalle, raggiungiamo nuovamente Boco inferiore e, a metà della piccola frazione, sulla destra imbocchiamo la deviazione per Roy.
Seguiamo in discesa la sinuosa strada, superiamo le acque del torrente e ricominciamo a risalire, un tornante dopo l’altro, fino a raggiungere la piccola frazione di Roy (1.011 mt). Da qui parte un bellissimo sentiero, immerso nel verde fatto realizzare negli anni ’30 dalla Famiglia Lancia.
La pedalata è rilassante, praticamente in piano, e si dipana fra cespugli di roverella e ginestra, faggi e abeti bianchi che convivono regalando un’atmosfera suggestiva in ogni stagione. Di tanto in tanto un sedile di pietra, offre lo spunto per fermarsi a contemplare la varietà del bosco e la natura incontaminata.
Con un po’ di fortuna, potrebbe capitare anche di incontrare piccoli mammiferi, uccelli, scoiattoli e caprioli che vivono sereni in questi boschi. Giungiamo facilmente all’antico nucleo di Torno (1.041 mt) un tempo abitato tutto l’anno, come evidenzia l’architettura delle case. Oltre alla bella chiesetta settecentesca della Madonna delle Grazie, la devozione degli abitanti è espressa anche negli affreschi sulle abitazioni.
Come ammiriamo fin da subito nella prima casa del paese dove si intravede raffigurato il Sacro Monte di Varallo. Proseguiamo e arriviamo, lungo una mulattiera a gradoni, nel cuore dell’incantevole borgo di Cervatto (1.002 mt), meta vacanziera – quasi fiabesca – della borghesia piemontese e lombarda dell’Ottocento.
L’itinerario MTB a Fobello ci porta a cavalcioni su una verde e fiorita sella offre un punto panoramico unico a 360° tra le valli del Mastallone e del Cervo. Accanto alle tipiche abitazioni montane, ville signorili raccontano la vita delle importanti famiglie che vi soggiornarono.
Di fronte al Municipio si trova la parrocchiale di S.Rocco e le cappelle della Via Crucis dipinte nel 1775 da G.B. Peracino, che accompagnano all’oratorio di San Giovanni. Poco distante si erge “il Castello”, dimora di fine ottocento della famiglia Montaldo, che con la sua sagoma neogotica domina la valle. Dopo una visita, risaliamo in sella per scendere lungo la provinciale fino a raggiungere il ponticello sul Cervo. Svoltiamo a destra per tornare a Fobello e ammirare, se rimane tempo, le sue attrazioni.
Come il Museo del Puncetto, un pizzo di millenaria tradizione realizzato esclusivamente in Valsesia risalente all’invasione saracena del X secolo. O, ancora, la mostra permanente intitolata al fondatore della casa automobilistica torinese, al secondo piamo del Palazzo Lancia.
In paese, infine, non possiamo non fare una tappa al forno Vulaiga (in dialetto, la neve quando scende leggera come la farina) di Eugenio Pol dove si panifica ancora secondo l’antica tecnica della fermentazione naturale, salvaguardando le biodiversità di lieviti e realizzando un prodotto apprezzato dai più grandi chef stellati.
Itinerario Fobello Rimella
lasciamo la macchina nel parcheggio a lato del fiume per visitare subito in bicicletta il piccolissimo ventaglio di case di Fobello seguendo il torrente Mastallone. Riempite le borracce in una delle fontanelle d’acqua usciamo dal villaggio, superando lungo la vecchia strada e iniziando a pedalare.

Dopo aver lasciato sull’opposta sponda il villaggio di Voj si raggiungiamo senza difficoltà il Ponte delle Due Acque (774m), dove si uniscono i torrenti Mastallone e Landwasser alla biforcazione della valle. Lasciamo sulla sinistra il corso principale della valle e proseguiamo sulla destra, risalendo lungo le acque del torrente Landwasser.
Affrontiamo la prima salita in una valle che si fa via via sempre più suggestiva e selvaggia, di rocce, boschi e acque limpide che si riversano nel torrente in diversi punti. E’ ancora oggi facile comprendere perché i primi coloni della popolazione di origine alemanna “Walser” , tra 1100 e 1300 vi si instaurarono, innestando tradizioni, usi e costumi che ancora oggi sono ben rappresentati dalla loro discendenza.
Ammiriamo sul versante opposto della valle il pittoresco borgo di Gula (866m), raggiungibile solo a piedi con una passerella sul torrente vorticoso ed un ripido sentiero, un tempo famoso per l’attività mineraria di estrazione della pirite e saliamo ancora sulla strada stretta.
Dopo 3 Km si attraversa il ponte sul torrente Enderwasser e si incontra il Santuario della Madonna del Rumore,
di antica origine e di fortissima devozione locale, che deriva il nome dal frastuono delle acque, situato all’imbocco di una stretta gola che lascia poco spazio allo sguardo. Proseguiamo per diversi chilometri con pendenza moderata fino alla tranquella frazione Grondo (961m), ben esposta al sole e un po’ incantato.
Qui incontriamo il primo dei nove tornanti che ci accompagnano nella non banale salita della parete orientale della valle. Dopo il secondo tornante e un tratto in costa lasciamo sulla destra la diramazione per Villa Inferiore e affrontiamo un tratto molto ripido di 250 metri, il punto sicuramente più impegnativo del percorso (per chi si avventura in mountain bike).
Dopo questa rampa si continua a salire con pendenza regolare. Lasciamo a sinistra una diramazione per altre frazioni in corrispondenza del terzo tornante e raggiungiamo le case più basse di Rimella. Superiamo l’ampio parcheggio che precede l’abitato (1176m) e al quinto tornante raggiungiamo la maestosa chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, fra le più belle e originali della Valsesia, una vera basilica fra le montagne che raggruppa opere di artisti di valore.
Da Ferrera a Rimella in MTB per conoscere la cultura autentica e una delle prime colonie walser che ottennero cessioni sui questi territori alpini per insediarvisi nel XIII secolo, Rimella è la più antica colonia Walser in Valsesia e ancora oggi è ricca di testimonianze di questa cultura, riscontrabile ancora nel dialetto, nelle abitazioni, nello stile di vita. Sono da visitare oltre alla parrocchiale, il Museo Etnografico Walserche racconta la storia e la cultura del popolo Walser e il Museo G.B. Filippa “Gabinetto di antichità e cose rare”, che raccoglie insoliti oggetti della prima metà dell’Ottocento, riportati dal contadino Filippa, reduce dalla campagna militare con l’armata napoleonica e donati dagli abitanti stessi di Rimella.
E’ un villaggio assolutamente unico nella sua tipicità: nelle testimonianze artistiche, ammirabili anche in cappelle e oratori minori, nell’interessante disposizione regolare di edifici massicci e poderosi, in legno e pietra, impreziositi da cura e dovizia di particolari; nel su e giù di terrazzamenti che animano il paese e le sue 15 frazioni, abbracciate da splendidi e panoramici alpeggi. Dal paese partono diversi e interessanti itinerari escursionistici che permettono di scoprire il Parco Naturale Alta Valsesia.
Continuiamo a salire con pendenza molto impegnativa e superiamo altri tornanti: l’ottavo presso la frazione Sella (1320m), una delle frazioni più intatte e meglio conservate, e, dopo il nono, passiamo ai piedi della frazione Villa Superiore (1335m), raggiungibile solamente a piedi.
Dopo un falsopiano una ripida rampa ci conduce a una secca curva che introduce nella valletta che volge verso est. Continuiamo in falsopiano fino a incontrare un ampio parcheggio sulla destra sotto la strada. Dopo pochi metri si inizia a scendere moderatamente per 500 metri fino alla conclusione della strada al parcheggio di San Gottardo (1329m), nucleo originale di insediamento walser come testimoniano le antiche abitazioni Il centro del villaggio può essere raggiunto solamente a piedi.
Vale assolutamente la pena di accompagnare le biciclette a mano lungo il camminamento in pietra, per andare alla scoperta di questo splendido isolato villaggio, lungo vialetti realizzati nei secoli dai discendenti della civiltà Walser, e da qui ammirare l’incantevole panorama che lo abbraccia. Qui ancora alcune famiglie di discendenza walser parlano l’antico idioma ed espondono alcune produzioni artigianali.